venerdì 7 gennaio 2011

VIDEO SU SON STUFADIZA

SABRINA GREGORI LEGGE BARBARA GRUBISSA

FOTO: ANTONELLA RIMBALDO
REALIZZATO DA DIECISETTANTA

POESIA:ULTIMO TENTATIVO da Son stufadiza - Il trattamento sanitario obbligatorio (TSO)




http://www.youtube.com/watch?v=YxxAK5dBMIQ

lunedì 6 dicembre 2010

PREMIO CITTA' DI FUCECCHIO 2010


Il 4 dicembre 2010 alle 16 si è svolta la cerimonia di premiazione
del Premio CITTA DI FUCECCHIO 2010, all' Auditorium del Poggio Salamartano, Fucecchio (Fi).
SON STUFADIZA ha ricevuto un riconoscimento per la poesia edita- Premio Finalisti edito (Diploma e medaglia del Comune)

venerdì 15 ottobre 2010

sabato 25 settembre 2010

REPLICA: MANCANZA DI RABBIA E DI ACCUSA

In Son Stufadiza non c'è rabbia. Non accuso nessun
operatore non c'è nessuna polemica. Ritaglio semplicemente il mio rapporto emozionale con mia madre; un rapporto fatto di emozioni forti e intense. Tutto il resto è sullo sfondo. Mi rende triste il fatto che alcuni ci vogliano per forza leggere una critica, un attacco, un'accusa. Io nel libro racconto la storia di come sono riuscita a SUPERARE IL DOLORE. A parlarne con serenità, ricordando il dialogo che mia madre ed io avevamo nonostante il delirio. Il TSO, lo scrivo, per me è stato un atto barbarico ma salvifico. Il dolore stava nell'attesa, nel volere fortemente che tornasse il prima possibile a casa.Il TSO, lo scrivo, è stata la risposta ad una situazione estrema, a cui si è arrivati con dolore, tentando prima tutte le vie possibili per dialogare con la persona. Trovo triste che in questa nostra società non si riesca a ritagliare un momento di dolcezza nel dolore, un momento di comprensione delle diverse parti: utenti, familiari, operatori, mondo esterno. C'è il momento della lotta, certo. C'è il momento della critica sociale, certo. C'è il momento della lotta per i diritti, certo. Ma non è questo il momento emozionale in cui mi trovavo quando ho scritto Son Stufadiza. Del diritto parlo come qualcosa di fondamentale, parlo della valigia che mia madre lascia riversa sul tavolo l'ultima volta che va al lavoro; una borsa " dimenticata come una premonizione abbandonata come un monito". Perché il malato è una persona che ha dei diritti e perchè questi diritti, questo sì lo credo, vanno tenuti stretti con le unghie. Ma situazioni complicate vanno analizzate con calma; conoscendo il contesto, la vita delle persone, le emozioni, gli eventi esterni. Ora, dalla mia poesia tolgo gli eventi esterni. Ci siamo io e mia madre, un accenno al nostro contesto familiare e le nostre emozioni in rapporto agli eventi. Come si può leggere polemica se mancano concretamente gli elementi sostanziali per farla? Gli argomenti, quasiasi argomento, possono essere trattati da tantissime prospettive, la poesia è la via soggettiva, intima, personale. Concluderei dicendo che spogliarsi della rabbia aiuta a essere lucidi; allora sì che si possono imbastire dei discorsi che vanno oltre l'emozione.