sabato 25 settembre 2010

REPLICA: MANCANZA DI RABBIA E DI ACCUSA

In Son Stufadiza non c'è rabbia. Non accuso nessun
operatore non c'è nessuna polemica. Ritaglio semplicemente il mio rapporto emozionale con mia madre; un rapporto fatto di emozioni forti e intense. Tutto il resto è sullo sfondo. Mi rende triste il fatto che alcuni ci vogliano per forza leggere una critica, un attacco, un'accusa. Io nel libro racconto la storia di come sono riuscita a SUPERARE IL DOLORE. A parlarne con serenità, ricordando il dialogo che mia madre ed io avevamo nonostante il delirio. Il TSO, lo scrivo, per me è stato un atto barbarico ma salvifico. Il dolore stava nell'attesa, nel volere fortemente che tornasse il prima possibile a casa.Il TSO, lo scrivo, è stata la risposta ad una situazione estrema, a cui si è arrivati con dolore, tentando prima tutte le vie possibili per dialogare con la persona. Trovo triste che in questa nostra società non si riesca a ritagliare un momento di dolcezza nel dolore, un momento di comprensione delle diverse parti: utenti, familiari, operatori, mondo esterno. C'è il momento della lotta, certo. C'è il momento della critica sociale, certo. C'è il momento della lotta per i diritti, certo. Ma non è questo il momento emozionale in cui mi trovavo quando ho scritto Son Stufadiza. Del diritto parlo come qualcosa di fondamentale, parlo della valigia che mia madre lascia riversa sul tavolo l'ultima volta che va al lavoro; una borsa " dimenticata come una premonizione abbandonata come un monito". Perché il malato è una persona che ha dei diritti e perchè questi diritti, questo sì lo credo, vanno tenuti stretti con le unghie. Ma situazioni complicate vanno analizzate con calma; conoscendo il contesto, la vita delle persone, le emozioni, gli eventi esterni. Ora, dalla mia poesia tolgo gli eventi esterni. Ci siamo io e mia madre, un accenno al nostro contesto familiare e le nostre emozioni in rapporto agli eventi. Come si può leggere polemica se mancano concretamente gli elementi sostanziali per farla? Gli argomenti, quasiasi argomento, possono essere trattati da tantissime prospettive, la poesia è la via soggettiva, intima, personale. Concluderei dicendo che spogliarsi della rabbia aiuta a essere lucidi; allora sì che si possono imbastire dei discorsi che vanno oltre l'emozione.

7 commenti:

  1. io ho letto il libro tutto d'un fiato...l'ho trovato sul banco cassa di una libreria e l'ho comprato. forse anche io mi aspettavo una polemica...il tso...il suicidio...e invece non c'è. oggettivamente non c'è. mi ha spiazzato in effetti. nel contempo mi ha commosso e mi ha portato lontana da qualsiasi giudizio. grazie.
    Federica

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  2. io non ho letto accuse agli operatori, è l'unica critica che potrei muovere al libro ma ritengo che tu ti sia mossa in uno spazio difficile e che lo abbia percorso con coerenza e lucidità, ovviamente esprimere gratitudine e sofferenza nello stesso momento è difficile e solo la poesia riesce a farlo, se alcuni operatori non hanno capito è un loro limite intrinseco non è per tutti la letteratura, la maggior parte della gente capisce fischi per fiaschi, una delle cose che mi sono piaciute nel libro è proprio il percorrere questo crinale tra due crepacci insidiosi e riuscire ad esprimerlo in modo poetico, non vado oltre perché non sono un poeta e di solito mi occupo solo di cose che conosco bene a differenza di altri che si improvvisano critici letterari della domenica, a proposito buona domenica barbara,

    Nicola

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  3. io l'ho visto come un libro di amore e di speranza... il dialetto sembra il sussuro di una madre amica l'italiano l'affermarsi della voce potente di una figlia forte...ho tanto pianto...ma di un pianto liberatorio. ho pensato " che fortuna avere una madre così dolce".
    gaia

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  4. barbara, continua a scrivere e continua a farlo con questa intensita', questa fermezza e questa sincerità così spiazzanti.
    chi col tuo libro vuole imbastire polemica, non dovrebbe fare il sarto!

    margherita

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  5. non ci sono accuse agli operatori anzi...c'è un contesto familiare ostile e difficile che impedisce il percorso terapeutico...ma c'è amore anche per quel contesto familiare sentito semplicemente come retrogrado...è poesia pura...

    raffaella

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  6. grazie a tutti...per Nicola: grazie nicola. per quanto riguarda il fatto psichiatria credo avremo modo di parlarne e di confrontarci. immagino la tua critica e la accetto con piacere e ne parlo con te con molto piacere. sposto un attimo la cosa sul piano letterario: poesia. Poesia è proprio questo sbattere le persone di fronte all'emozione. singolare, unica, soggettiva personale. che uno sia un medico, un prete , un santo, un politico, un malato siamo persone, ecco il piano della poesia. parità gerarchica. come si può criticare un operatore in quanto operatore se in quel momento lo vedi come persona? e, di riverso, anche lui è costretto a vederti come tale in quel singolo momento in cui lo stai in qualche modo emozionando. credo al valore della lotta politica, non so quanto attualmente in italia sia possibile fare ciò attraverso un libro...è un discorso lungo. certo penso che ci siano persone che stando tutto il giorno in ospedale da un lato e stando tutto il giorno suilibri dall'altro hanno perso un po' il loro contatto emozionale. La poesia in fondo è un momento in cui ti metti a pensare al senso del limite, è equilibrio. e la gente di fronte al senso del limite parte per la tangente (ora non mi riferisco alla singola recensione parlo in generale) te ne potrei raccontare mille. grazie!!! buona domenica anche se....mi tocca andare al lavoro......

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  7. Sono molto interessata al rapporto madre-figlia, anche perchè ho una figlia che soffre di disagio emotivo, ma non ha la forza di scrivere , nè la terapia analitica l'aiuta a far emergere tutto il rimosso, quell'urlo chiuso dentro che la fa soffrire. Leggerò il libro, Barbara...Un abbraccio
    Gloria

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